Bilancio Squadre 2022: Human Powered Health
Non un grande inizio per il nuovo corso della Human Powered Health. Il primo anno con il nuovo sponsor, infatti, ha portato solamente tre successi, meno della metà degli otto ottenuti lo scorso anno. Tuttavia, la vittoria dei titoli nazionali sia negli USA che in Canada consentirà alla compagine americana di rendersi ancora più visibile in quello che è il suo mercato principale. Tornando alla strada, il prossimo anno la squadra perderà alcune delle colonne portanti del team, ma la buona notizia è che sembrano esserci dei giovani pronti a subentrare e forse a ottenere risultati persino migliori.
TOP
Arvijd De Klein è spesso l’uomo di riferimento del team nelle corse più importanti. Dopo un secondo posto di tappa al Tour of Antalya e un terzo al Giro di Turchia, il velocista neerlandese si impone nella prima frazione 4 Giorni di Dunkerque. Alla Veenendaal Classic chude in top 10, mostrandosi competitivo anche nelle corse di un giorno, prima di tornare protagonista nelle brevi corse a tappe, piazzandosi in tutte le tappe dello ZLM Tour, ad eccezione di quella conclusiva. I piazzamenti arrivano anche alla Vuelta Castilla y Leo, al Sazka Tour e al Giro di Danimarca e, infine, alla CRO Race. Risultati che gli sono valsi la chiamata della Tudor Pro Cycling di Fabian Cancellara per il prossimo anno.
Non andrà invece da nessuna parte Pier-André Coté, corridore dal buono spunto veloce che si è messo in evidenza in più di un’occasione. Il classe ’97 partecipa alle semiclassiche belga in cui il team è invitato e si toglie anche lo sfizio di alzare le bracca al cielo nella campagna del Nord, anche se non in una corsa professionistica, vincendo il GP Criquelion. Al Giro di Sicilia, poi, si fa conoscere anche dal pubblico italiano, piazzandosi al secondo posto nella terza tappa, vincendo la volata dei battuti alle spalle del vincitore solitario Fran Miholjevic, dopo aver chiuso in top 10 anche la frazione inaugurale. Ai campionati canadesi è grande protagonista, prendendosi il bronzo a cronometro e vincendo la prova in linea. Con la maglia di campione nazionale torna a correre in Belgio in primavera e chiude la stagione con un bell’ottavo posto in volata al Memorial Rik van Steenbergen.
A proposito di canadesi, poi, anche Nickolas Zukowsky ha portato buoni risultati, su tutti il secondo posto nella prima edizione della Maryland Cycling Classic, corsa importantissima per il team. Tra le sorprese della stagione, poi, rientra anche Paul Double, corridore britannico arrivato a metà stagione dalla Mg.K Vis-Color for Peace-VPM per fare da stagista nella seconda parte dell’anno. Il classe ’96, che portava in dote dei buoni piazzamenti ottenuti nella prima parte di stagione tra Giro della Grecia, Adriatica Ionica Race e Giro dell’Appenino, non ha tradito le attese nella seconda parte dell’anno, partecipando all’autunno italiano e ottenendo un buon ottavo posto al Giro della Toscana. Positiva anche la stagione di Kyle Murphy, che permette al team di continuare ad avere in squadra la maglia a stelle e strisce vincendo i campionati nazionali americani, e Stephen Bassett, secondo in una tappa della Vuelta a Andalucia e miglior scalatore dell’Arctic Race of Norway.
+++ Arvid de Kleijn
++ Pier-André Coté
+ Paul Double
FLOP
Alcuni veterani del team non sono riusciti a dare il giusto supporto. Nathan Brown e Ben King, ad esempio, hanno deciso addirittura di appendere la bici al chiodo a metà stagione, al termine dei campionati nazionali statunitensi. Il primo l’aveva annunciato prima della corsa, visto che in 20 giorni di corsa solo due volte è riuscito a entrare nei primi 100 in questo 2022, mentre King aveva parlato di ritiro a fine anno, ma di fatto non ha più corso dopo il quarto posto ai campionati nazionali, che è l’unico risultato di rilievo della sua stagione insieme alla vittoria della classifica scalatori alla Volta a la Comunitat Valenciana.
Qualche anno fa, invece, Gavin Mannion sembrava la prossima grande promessa del ciclismo americano, ma le cose purtroppo per lui sono andate diversamente. La scomparsa del Giro dello Utah, del Giro di California e di altre corse del calendario statunitense sono un forte handicap per lui, che solitamente brillava proprio nelle corse di casa. Tuttavia, il classe ’91 ha avuto le sue occasioni in varie corse europee, ma non è mai riuscito a replicare le prestazione fornite solitamente oltreoceano. Anche Colin Joyce non è riuscito a replicare quanto fatto negli anni passati, soprattutto dopo un 2021 in cui era riuscito a vincere anche una tappa al Giro di Danimarca, pur essendo uno dei corridori con più giorni di corsa all’interno del team. Il classe ’94 chiude l’anno con il non brillantissimo score di tre top 10 (senza mai andare vicino alla vittoria) in sessante giorni di corsa.
Dal CicloMercato, invece, era arrivato quest’anno Chad Haga per mettere la sua esperienza al servizio della squadra. L’ex DSM ha provato in qualche occasione a mettersi al servizio della squadra, ma il suo contributo è stato nettamente inferiore alle aspettative. La squadra conta comunque molto sull’esperienza del classe ’88 e per questo motivo prospetta per lui un ruolo da uomo squadra anche il prossimo anno.
– Gavin Mannion
— Colin Joyce
— Ben King
Miglior Momento
Per una formazione statunitense potersi fregiare della maglia a stelle e strisce è un risultato importantissimo. La compagine statunitense c’era già riuscita lo scorso anno con Joey Rosskopf e si è riconfermata quest’anno grazie a Kyle Murphy. Il californiano è arrivato sul traguardo di Knoxville anticipando di 3″ il futuro compagno di squadra Tyler Stites e l’enfant prodige della Ineos e suo ex compagno Magnus Sheffield, seguiti poco dietro da un gruppetto regolato da Ben King, a dimostrazione del grande lavoro della squadra in questa prova, che ha visto chiudere in top 10 anche Keegan Swirbul.
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